21 marzo 1920, Ticino City
Caro zio, come stai? Spero tanto tu stia bene e che il lavoro in fabbrica ti sia sopportabile. Qui, è la solita minestra. Ma zia ti avrà già raccontato tutto… Le cartoline che mi hai mandate! Oh, tu non puoi saper che gioia! Sopratutte quelle dei gratta cieli (la tua Chicago, o Nuova York), ma anche quelle di dighe, centrali elettriche e fabbriche! Le strutture più moderne e meravigliose. Per non dir degli ortaggi, e del bestiame! Mucche grandi come autocarri! Zucche di dieci metri! Patate grosse come massi! e le sequoie, zio! Incredibili! Larghe quanto Piazza della Riforma! Ma che posto fantastico è mai l’America?! Queste cartoline m’hanno riempito la zucca di un’immaginazione nuova che neanche le ragazze! Ma a voler esser sincero, zio, ancor più colmo in me, è ora l'orlo della pazienza, ad aspettare qui, l'avvento di un futuro radioso, di una luce come un lindore uniforme, su questo muro di ombre, scalcagnato e graffiato, che è il presente. La notte non dormo più, o quasi: se c'è la luna buona vado alla finestra e mi rimiro Nuova York e non ne son mai stanco; poi guardo fuori, il vicoletto, il muro di sasso, i rastrelli appoggiati… ho cominciato a fare progetti zio, progetti in grande; le cartoline che ti allego sono solo l’inizio del mio nuovo lavoro.
Sai, mi domando quanti giovani, ancora, dovranno emigrare… Chi in Germania, chi in Inghilterra e chi come te, addirittura, dall’altra parte del mondo. Quanti cervelli, quante mani e quante spalle, sfuggire il rachitico abbraccio delle madri, fuggir via questa scorbutica miseria: privati di qualsiasi prospettiva che non quella di lasciare la cara terra, a prestar le braccia alla ricchezza di altri paesi. Ma io lo so, lo so già, che fra qualche lustro, anche qui, tutto cambierà, e io ci io voglio partecipare, a questo cambiamento, al progresso.
In futuro non ci saranno più paeselli, borghi, cittadine: tutto il Cantone verrà unificato, in un’unica grande città, aboliti confini e conflitti regionali. Una metropoli, repubblicana ed autarchica, e altroché tedeschi e altroché italiani: Ticino City, Metropoli di milioni d'abitanti laboriosi, liberi ed uguali! Elettricità ed energia! Sono queste le parole di domani, e noi, che abbiamo acque da mutar deserti in giardini e abbiamo altezze da precipitarci titani, dalle valli avremo tal potenza idroelettrica da alimentar dieci metropoli e dar potenza ai mille mantici dell'industria, e ancora avremo acqua abbastanza da farci un bagno al dì cad’uno. Stanne certo, zio, non emigrerà più nessuno, mai più: ci andremo in vacanza, in America.
Ciao zio, stammi bene, tuo nipote, il Sognatore, come dici tu.
Testi: Kurt Sghei
Concetto originale: Adriano Heitmann
Le cartoline appartengono alla collezione di Giuseppe Haug
Ticino7 n°14
pubblicato il 27 marzo 2009
© Società Editrice Corriere del Ticino
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