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Nel libro decimo delle Confessioni Agostino si interroga – con una lucidità e una profondità insuperate - sul tempo e sulla memoria: ebbene, tutte le metafore da lui usate per la memoria e per il tempo, sono spaziali; ma dove, nello spazio, è il tempo, dove è la memoria, dove sono i ricordi? Di questo spazio o luogo Agostino si rende perfettamente conto che non è un luogo, è un non-luogo e infatti così lo chiama, non locus (non loco, X, 9, 16): il luogo della memoria è uno spazio interiore, un luogo che non ha luogo, un luogo che non è luogo, non è deposito né stanza o magazzino, eppure, paradossalmente, contiene così tanto.
tratto dal testo Delete/de lethe: vecchie e nuove metafore dell'oblio di Francesca Rigotti
Ticino7
pubblicato nel dicembre 2011
© Società Editrice Corriere del Ticino